Il primo incontro è stato sulle pagine di un libro: letto, studiato, consultato fino all'ossessione. Poi Rodolfo Paglialunga ha preso il grnade volume Madelaine Vionnet, Puriste de la Mode, e l'ha chiuso in un cassetto affidandosi alla memoria per far rivivere, in questo strano presente, uno dei più scintillanti marchi del passato. Così famoso che, quando lo spettacolare atelier-boutique parigino di Avenue Montaigne fu ultimato nel 1923, meritò il soprannome di "Tempio della moda", dove oltre 1.200 dipendenti officiavano nei grandi grandi spazi nati dalla collaborazione tra l'architetto Ferdinad Chanut, il mago del cristallo René Lalique e il decoratore George de Feure.
Chiusa allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale nel 1939, Vionnet ritorna alla ribalta, settant'anni dopo, grazie a Matteo Marzotto, che ha rilevato il marchio. Dopo una lunga esperienza nel Gruppo familiare e un rovente periodo da Valentino, Matteo Marzotto ha deciso di lanciarsi in una sfida,hiamando al suo fianco per lo sviluppo strategico Gianni Castiglioni, amico e amministratore delegato di Marni. E affidando la direzione creativa a Rodolfo Paglialunga. Un ragazzo quarantenne dall'aspetto intellettuale del Café de Flore, e dall'importante tirocinio professionale, svolto nel team dei più estrosi creativi della moda italiana: quattro anni da Romeo Gigli e 13da Prada. Così, ripensando alla frase di Karl Lagerfeld, <
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